Non basta dire che uno standard è open perchè sia davvero tale. Anche quando chi lo dice si chiama Google, Microstoft e Yahoo. Le specifiche Microdata sono state tolte da HTML5, a tutto vantaggio di RDFa.
Giovedi scorso, 15 agosto, Manu Sporny (chair del RDFa Working Group del W3C) ha pubblicato un articolo dal titolo: The Downward Spiral of Microdata.
Manu è pesantemente coinvolto nelle iniziative di standardizzazione sia microdati e di RDFa. Ecco le informazioni importanti che si ricavano dal suo articolo:
- Il supporto alle API di accesso ai microdati è stato rimosso da Webkit (Safari) e da Blink (Chrome) alcuni mesi fa;
- I Microdati sono stati eliminati della specifica HTML5 del W3C : "“with the caveat that the Microdata specification will only continue ‘if editorial resources can be found’".
In altre parole se non si trova un editor che se ne occupa i Microdata sono morti (almeno per il W3C).
RDFa Lite sembra il probabile sostituto di Micordata.
La notizia impatta moltissimi webmaster che hanno scelto di utilizzare i microdati per arricchire le proprie pagine html con una semantica leggera, imposta da schema.org, a sua volta sponsorizzato da Google, Microsoft e Yahoo.
Purtroppo Schema.org, principale sponsor dei microdati, nonostante i proclami, è a tuttoggi un sistema sostanzialmente chiuso e per questa ragione è stato "snobbato" dalla comunità degli sviluppatori.
Ovviamente Schema.org ed i motori di ricerca da sempre supportano RDFa. Perchè allora la necessità dei microdati? A mio parere l'utilizzo dei microdati rendeva molto più facile utilizzare l'ontologia sottesa da schema.org, penalizzando la nascita di ontologie "dal basso". Simile al tema della net neutrality per Internet, ma più sottile e nascosto.
Apparentemente gli anticorpi della Rete respingono ogni tentativo di centralizzare la gestione della conoscenza. Un altro passo in avanti verso il Web 3.0.