Tanto più il tema del Cloud e dei Big Data guadagnano attenzione nei media, tanto più nella maggior parte delle organizzazioni emerge chiara l'urgenza di trasformare tali tecnologie in reali vantaggi competitivi.

E mentre le innovazioni tecnologiche come Hadoop stanno aiutando le imprese a memorizzare e a trattare i dati in una varietà di forme e dimensioni, altre tecnologie emergono per trasformare i dati in informazioni e decisioni.

Prendiamo in considerazione le esigenze che sono alla base di ogni iniziativa che coinvolge il tema dei Big data: la raccolta e l'integrazione dei dati. Probabilmente la più innovativa risposta a queste antiche esigenze sono le iPaaS - (Integration Platform as a Service ) ovvero le nuove piattaforme di integrazione fornite come servizio.

L'utilizzo di iPaaS (come ad esempio LinkedData.Center) rappresenta una efficace alternativa all'utilizzo di strumenti legacy e pratiche più o meno manuali. Le aziende che intraprendendo la via indicata da iPaaS, dovrebbero tenere in considerazione cinque requisiti fondamentali:

 

Resilienza (schema-less integration)

Una organizzazione deve essere in grado di rispondere alle richieste del business e di reagire ai cambiamenti in tempo reale. Molto spesso per rispondere a queste richieste è necessario modificare il modello di dati incidendo profondamente a livello di integrazione.
Oggi la prassi consolidata prevede cambiamenti additivi, ovvero, per poter registrare nuove informazioni, si opera aggiungendo una nuova colonna ad una tabella tabella o un parametro ad un API.

Le tecnologie oggi in uso sono infatti state pensate per ambienti più statici. Modifiche dello schema dati e le conseguenti variazioni del livello di integrazione vanno tipicamente progettate con mesi di anticipo.

La piattaforma di integrazione ideale dovrebbe supportare un approccio schema-less. Integrazioni schema-less dovrebbero essere in grado di gestire qualsiasi tipo di dati che fluisce attraverso il sistema. Tali integrazioni non sono solo resistenti a cambiamenti nello schema dei dati e nelle API, ma sono anche altamente riutilizzabili.

Mobilità del codice

I sistemi SaaS, IaaS e Paas continuano ad alimentare la crescita del software in tutto il mondo, offrendo alle aziende la possibilità di abbattere i costi ed i tempi nel setup di nuovi servizi it. Il cambiamento è l'unica costante nelle imprese di oggi e l'impatto di questi cambiamenti a livello di integrazione è che ci si aspetta di passare senza problemi da sistemi on-premise a sistemi cloud e viceversa, garantendo nel contempo la continuità aziendale.
Le piattaforme di integrazione dovrebbero essere quindi agnostiche riguardo al posizionamento del software e dei dati.

Una ulteriore motivazione che giustifica la complessità introdotta dalla mobilità del software è la "gravità dei dati". La gravità dei dati cresce con la massa di dati, e fa si che diventi sempre più difficile compiere lavoro che non asseconda la forza di gravità crescente.
In un contesto di Big Data, è molto più conveniente spostare le funzionalità di calcolo e di elaborazione portandoli più vicini ai dati, siano essi nel cloud o in locale, piuttosto che spostare i dati.
Una piattaforma di integrazione moderna dovrebbe rispettare la gravità dei dati ed essere in grado di rilocarsi mantenendo la propria capacità di elaborazione su cloud e on-premise.

Tranquillità nell'innovazione

Gli strumenti di integrazione e le tecnologie legacy sono spesso costruite con la mentalità on-premises. Configurazioni e dati sono contenuti in server ben identificati. La gestione di tali server ha bisogno di molta attenzione sopratutto quando si tratta di applicare patch o aggiornamenti. Una gestione di questo tipo trasportata in un ambiente altamente distribuito, si trasforma in un incubo molto rapidamente.
Purtroppo, questo è uno di quei retaggi che non possono essere sradicati senza una completa riprogettazione dei sistemi.

L'approccio alla gestione del ciclo di vita di una piattaforma di integrazione legacy è analogo alla manutenzione di un veicolo con motore a combustione interna (IC): richiede molto lavoro e un meccanico anche per un semplice cambio olio. Le macchine elettriche di nuova generazione, d'altro canto, non hanno bisogno di cambiare olio e tutta la manutenzione è definita dal software; tutti gli aggiornamenti vengono scaricati automaticamente mentre la vettura è in marcia e ai clienti è consentito di sperimentare nuove funzioni senza tempi di inattività.
Le nuove metodologie agili e le moderne tecnologie permettono alle società di software di fornire innovazioni a un ritmo che non abbiamo mai visto prima. E' necessario aggiornare sempre più frequente nuove versioni: i clienti devono avere le migliori e più recenti funzionalità senza dover attendere la classica major release una volta ogni due anni e senza un processo di aggiornamento doloroso.
Metodologie come la continuus integration e il continuus deploy permettono oggi a molti software vendor di effettuare un nuovo rilascio ogni manciata di minuti.

Per assecondare questa tendenza, le moderne piattaforme di integrazione dovrebbero essere più simili alle Tesla che alle Rolls Royce.

Scalabililità elastica

Soprattutto in caso di nuove iniziative, le piattaforme di integrazione devono consentire una estrema scalabilità sin dal primo istante, e senza appesantirne lo sviluppo. Occorrono sistemi elastici in grado di espandere e contrarre le loro capacità di elaborazione dati per gestire carichi di lavoro estremamente variabili.

Aderenza agli standard web

Nel 2014 non è necessario reinventare la ruota. Da decenni l'architettura web ha indicato la via per implementare sistemi distributi in modo efficace.
Una piattaforma di integrazione deve riconoscere i dati ed il loro significato indipendentemente da codifiche e dai formati di serializazione. Ad esempio il modello RDF con le sue varie serializzazioni (Rdf, XML,turtle, etc) fornisce un potente strumento in grado di catturare l'essenza stessa dati.
Infine, una piattaforma di integrazione dovrebbe essere in grado di parlare in modo nativo REST, la lingua franca del web e mobile. Tutte le principali piattaforme di cloud offrono infatti servizi basati su REST API per pompare con continuità il flusso di dati nelle piattaforme di analisi.


In sintesi, iPaaS è un upgrade obbligatorio per le società che vogliono cimentarsi con i Big Data e con la "cloudification". Mantenendo questi cinque requisiti in mente, i CIO saranno in grado di selezionare e/o implementare una soluzione di integrazione moderna che estrae il massimo valore dagli investimenti sui Big Data e sul cloud computing.

Legando insieme dati e applicazioni,  le iPaaS possono fungere da catalizzatore per l'accelerazione della crescita aziendale.

 

Questo articolo prende spunto da uno scritto di Maneesh Joshi